Un concorso di poesia e una mostra fotografica: gli studenti dell’Its Sturzo e la Memoria della Shoah

All’evento testimonianze e performance, tutte le immagini e i testi delle poesie

Gli alunni della V I

In occasione della “Giornata della memoria”, che si celebra ogni anno il 27 gennaio, l’Its Luigi Sturzo di Castellammare di Stabia diretto dalla Ds Cinzia Toricco ha organizzato un evento che ha coinvolto le classi quinte.
Gli studenti guidati dalla professoressa Anna Piro hanno allestito una mostra fotografica che resterà in esposizione nell’atrio della scuola e hanno partecipato ad un concorso di poesia sul tema della “Shoah”.
Nella mattinata di oggi la premiazione dei vincitori al termine di un incontro organizzato dai docenti Domenico De Falco e Laura Cesarano con il Dipartimento Area Umanistica. L’evento ha visto la partecipazione dell’avvocato stabiese Antonio Suarato, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata in rappresentanza della Presidenza del Consiglio forense, che ha tenuto un intervento incentrato sull’importanza del riconoscere in tempo i segni della violenza quando si fa strada nella società e sulla responsabilità dei cittadini al momento del voto. Siamo soprattutto noi giovani, ci ha detto, che dobbiamo portare il peso della memoria perché non si verifichino nuovi orrori nel futuro. La giornalista del quotidiano “Roma” Rosa Benigno ha presentato la testimonianza di un ospite d’eccezione, Vincenzo Staiano, Cavaliere della Repubblica, nipote del Vincenzo Staiano che da Gragnano fu deportato a Birkenau. Un lungo racconto, il suo, dedicato alle sofferenze patite dal nonno e a quelle degli altri deportati, che ha toccato il cuore di noi studenti. Molti di noi conoscevano il Cavalier Staiano per la sua famosa pizzeria “Zi’ Aniello”: non sapevamo della sua storia né che fosse ora “Il pizzaiolo del Papa” per la sua costante presenza alle iniziative di solidarietà del Vaticano. La professoressa Adele Tirelli ha presentato pagine di testimonianza di Elisa Springer, superstite della Shoah, austriaca naturalizzata italiana, tratte da un volume realizzato dall’Its Sturzo e curato dalla stessa docente: “La negazione dell’altro”, contenente tra l’altro gli atti del seminario “La Shoah tra storia e memoria” svolto allo Sturzo nel 2000.
La professoressa Laura Cesarano ha presentato un monologo sui Giusti, eroi non ebrei che hanno salvato milioni di vite, mettendo a rischio la propria.

A seguire, un’emozionante performance degli alunni della V G, che hanno curato anche la toccante installazione al Palazzetto del nostro istituto.
Dopo la lettura delle poesie da parte dell’alunna di III G Carmela Imparato, la dirigente scolastica Cinzia Toricco ha premiato i vincitori del concorso:
3º posto “Falliti” – Francesco Vitaglione – VB
3º posto “Il gioco del silenzio” – Rachele Armenio – VG
2º posto “Deterioramento//Cura” – Giuseppe Lionetti – VS
2º posto 17186 – Martina De Rosa – VH
1º posto “Città di vetro” – Chiara Zotto – VG

Una menzione speciale è andata ad Antonio Massa, VB. Il suo attestato è stato ritirato dalla sua professoressa Maria De Simone. E ancora alla V B un grazie particolare per l’installazione realizzata nell’atrio della scuola: un grande cartellone che segna le tappe della storia del male compiuto dall’uomo verso i propri simili, e un monito a camminare verso un traguardo di pace.
L’evento si è concluso con un bellissimo dono del professor Domenico De Falco, dei suoi alunni e dei rappresentanti d’Istituto alla scuola: una pianta di ulivo, simbolo dei Giusti in memoria delle vittime della Shoah.

Nelle fotografie scattate da noi alunni della V I i momenti più importanti dell’evento e le immagini della mostra fotografica. Qui di seguito, i testi delle poesie degli studenti.

Le poesie degli alunni

Indegni

(poesia fuori concorso)

Ignobili!
Deplorevoli!
Ingiusti!
Per come mi vedete
Per ciò che sono per
Voi
Sono diverso, ma
Non inabile!

Antonio Fontana VB AFM

L’anno che verrà

Siamo figli della tecnologia
Siamo nel 2023
Ma cambieremo l’anno che verrà…
Invenzioni, rivoluzioni, il mondo cambia…
Ma cambieremo l’anno che verrà
Sono un uomo diverso per etnia, lingua, religione
Ma verrò accettato l’anno che verrà
La cosa più triste è che era ieri l’anno che verrà
Ma l’essere umano quando cambierà?

Antonio Massa 5 B

Io, solo?
Ti improvvisi attore e reciti un ruolo che ti cambia alla vista degli
altri, non più diverso, non più
sbagliato
Della diversità ti accorgevi
La diversità non è convenzionalità
Ci faceva sentire fuori luogo,
e a ridere non eravamo più
ma lo sbagliato non sei tu
ma la società che ti guarda
con diversità… diverso da chi… diverso mai… verso sempre…

Francesco Martire 5B

Smemorata memoria

Orrore, paura discriminazione!
Settantotto anni di odio ramificati
Settantotto anni e… ancora oggi
Settantotto anni senza fine
La storia insegna
Ma gli uomini sono ancora infinitamente sordi ai suoi insegnamenti
Orrore… Paura… Discriminazione!

Antonio Mainardi 5B

Rosa spinata

Sopra questo campo innevato
e sotto questo cielo stellato
c’è una falena leggiadra, 
si posa su una rosa
per il gelo non più odorosa,
è oramai priva del suo colore
come gli Ebrei senza più il loro onore.
Il fiore è spinato
come l’ago con cui ogni Ebreo è stato marchiato.
La farfalla notturna vola via
portando con sé la malinconia,
vola verso le stelle
per ricordare degli Ebrei i segni sulla pelle.

Giorgia Amore VG

Falliti!
Razza, colore, sesso, religione…
Falliti!
2023 cicatrici stampate sul cuore…
Ricordo di grandi stermini
E…
Siamo tutti falliti
Perché non capiamo che
Siamo tutti liberi!
Falliti!


Francesco Vitaglione 5B

Il gioco del silenzio

Uno, due, tre
inizia il gioco del silenzio
partecipano una madre, un padre e un bebè,
a gioco iniziato ogni ebreo viene licenziato.
Continua il gioco del silenzio
la piccola famiglia subisce il giudizio
a cui tanti sono già andati incontro,
la loro esistenza è solo un ingombro.
Salgono su un treno per un lungo viaggio,
si abbracciano forte per darsi coraggio,
quel calore umano sarà solo un miraggio.
A loro verrà strappata la vita
con violenza e ferocia inaudita.
Il gioco del silenzio finisce,
ma quello dell’indif erenza tanti fiori appassisce.

Rachele Armenio VG

Deterioramento // Cura

A volte succede
Che un tordo
possa diventare un corvo,
Che una lacrima
possa diventare un fiume,
Che le guance
possano diventare carne.

Succede
Che le vertebre si spezzino
perché l’anima è priva di sguardo,
Che le parole non escano
ma le frammentino i lividi,
Che nell’intimità
venga infuso del sangue.

E può succedere
Che il velo venga tolto
E si scopra
Che sia le lacrime che il sangue
Si fanno sintesi nel dolore

Ma sappi:
Un filo si fa garbuglio se è nel silenzio.

Se solo si capisse
Forse, un giorno
Che è la sofferenza che si prova
Che può lenire quella altrui

Giuseppe Lionetti, 5S

17186

Arrivasti in dicembre.
Il braccio coperto,
celavi dietro un sorriso
il dolore nel petto.
Lo toccavi in silenzio,
lo guardavi di sbieco,
cercavi di coglierne il segreto,
quello che spinge l’uomo al dolore
che da anni porti nel cuore.
Col braccio coperto
passò l’inverno,
con la primavera l’avresti scoperto
ma il freddo al campo non era passato
Neanche la neve portò via il peccato,
quello dell’uomo che l’aveva marchiato
con il fuoco in te aveva creato
una strana sensazione
che mai abbandona la tua espressione.
Lo osservi attentamente,
poggi prima un dito,
poi l’altro.
Rivedi nell’uno il tuo compleanno,
nel sette i tuoi fratelli,
nel diciotto gli anni belli,
nel sei la voce di tua madre.

Ripeti in testa la strana sequenza,
la impari a memoria per l’occorrenza.
Di tempo ne è passato,
ma il braccio è ancora coperto:
freddo, caldo, buono e cattivo tempo.
Nascondi sotto il tessuto quel che hai vissuto,
ma un giorno quella dolce bambina
con voce birichina,
Ti chiede:
Nonna, cos’è questo strano tatuaggio?

Martina De Rosa VH

Città di vetro

Lontano da qua
C’è una città
Fatta di pezzi di vetro
In un riflesso
Un bambino tra le mine
E fili di spine.
In uno specchio
Città bombardate
E gommoni affondati.
E ancora…
Donne col velo
E cadaveri nel gelo.
Da quella città
Arrivano fin qua:
sono schegge sbiadite,
Schegge d’indifferenza
Che lasciano nell’uomo
Il torpore della coscienza

Chiara Zotto VG