Le parole che usiamo dicono chi siamo

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di Giovannina Lo Monaco (IV H)

La parola è uno dei doni più importanti che l’uomo possa avere perché consente di definire la propria persona, di rassicurare, di aiutare, di divulgare informazioni, di esprimere opinioni. Spesso, purtroppo, viene utilizzata senza cognizione di causa e talvolta invece di essere d’aiuto, può tramutarsi in uno dei veleni più letali.

Oggi, grazie al web, le parole si diffondono con maggiore velocità, il che promuove la comunicazione e la socializzazione. Tuttavia esiste sempre il rovescio della medaglia: basta un semplice click, una parola negativa e si è in grado di distruggere la reputazione o l’autostima altrui.

Spesso infatti, molte persone ricevono offese, minacce o calunnie solo perché hanno un’opinione diversa. Perché in fondo a chi importa se la persona che si trova dall’altra parte del computer soffre per le offese ricevute, a chi importa se qualcuno si ritrova con la reputazione rovinata per la diffusione di informazioni? Alla fine basta chiudere il computer e non pensarci più, tanto gli effetti collaterali delle nostre parole su qualcun altro sono secondari, l’importante è che a fine giornata io mi senta più forte perché ho mandato a quel paese qualcuno che la pensava diversamente da me oppure ho offeso qualcun altro perché la sua foto non mi piaceva. Ma questa non è forza, è solo vigliaccheria perché probabilmente, trovandoti faccia a faccia con la persona che hai appena offeso, riusciresti a mala pena a proferire un “buongiorno”.

Quello che scrivi online resta e, spesso, delinea che tipo di persona sei… Non sei forte se prendi in giro qualcuno, non sei forte se lo minacci di riempirlo di botte, non sei forte… sei solo un povero vigliacco e buffone perché non saresti in grado ne di dire, ne di fare neanche la metà di quello che dici online.

Il progetto “Parole O_stili” si preoccupa di educare all’uso corretto delle parole.

Esso nasce tra il 17 e il 18 febbraio 2017  a Trieste durante un evento organizzato in Friuli Venezia Giulia, grazie al Presidente della Camera Laura Boldrini, la quale ha aperto il dibattito basandosi sul “Manifesto della comunicazione non ostile”.

Quest’ultimo è costituito da 10 punti fondamentali da seguire nel momento in cui si comunica online con altri soggetti. Esso mette in evidenza il fatto che ciò che scriviamo online è parte della nostra vita quotidiana e contribuisce a delineare la nostra persona ed inoltre è fondamentale sapere che, ciò che condividiamo sul mondo del web, sarà conosciuto da tutti e di conseguenza si ci deve prima accertare di un’informazione per poi diffonderla. Il punto sul quale probabilmente si deve prestare particolarmente attenzione e di certo il punto 10, ossia quello che tratta del silenzio, perché in alcuni casi, è meglio starsene zitti ed evitare di creare danni a qualcun’ altro solo per il gusto di farlo.

Quello promosso da “Parole O_stili” è uno dei progetti più importanti in quanto tratta di una tematica molto attuale e che man mano si diffonde sempre di più con particolare affluenza nel mondo degli adolescenti e spesso contribuisce anche a decretare la fine di giovani vite.

Tale progetto rientra nelle attività dell’ “I.T.C. Luigi Sturzo”. Il 9 febbraio sarà possibile partecipare al progetto “Parole a scuola”. Si tratta di una giornata di formazione gratuita sull’ostilità nei linguaggi online. Tale formazione consiste in 30 lezioni della durata di 50 minuti con un’assemblea plenaria dove potrà essere ascoltare anche l’opinione della Ministra della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli.

Per cui, se leggendo tale articolo, ti sei riconosciuto nei comportamenti precedentemente elencati, ora puoi comprendere che cosa sei in grado di fare con una semplice parola e magari la prossima volta che ti ritroverai in una situazione analoga, pensaci bene prima di offendere perché potresti far soffrire qualcuno che, in fin dei conti, non ti ha fatto nulla. Il mio consiglio? Non farlo! Perché la prossima volta, quello a cui sono indirizzate le offese, potresti essere proprio tu!!

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