Stop all’odio, cominciamo dal linguaggio

haters3di Marika Carotenuto (IV H)

“Certo, le parole non sono azioni; ma qualche volta una buona parola vale quanto una buona azione.”

 (Arturo Graf)

Una potente combinazione: parole e web. Sappiamo bene quanto la rete sia efficace per diffondere idee, notizie e per esprimere opinioni, ma bisogna riconoscere che è un’arma a doppio taglio. Molti si nascondono dietro uno schermo per scrivere post offensivi e diffondere notizie false e diffamanti. Tutto ciò, nel tempo, è degenerato in una nuova forma di bullismo: il cyberbullismo, che ha come scopo quello di insultare e offendere un’altra persona che si trova dall’altra parte dello schermo. Internet ormai si è trasformato in un ambiente ostile e negativo perché la maggior parte dei “nativi digitali” e “digital immigrants” non si preoccupa dei significati, dei sentimenti e delle conseguenze che si nascondono dietro le parole.

Una parte di loro però non si è adattata al nuovo ambiente digitale e ha dato vita al progetto “Parole Ostili”  che ha come obiettivo la rieducazione al linguaggio usato in rete, spingendoci a pesare ogni parola prima di usarla. L’intento è quello di far capire il potere del linguaggio, cercando di dimostrare che una parola usata nel momento o nel modo sbagliato può scatenare litigi e malintesi.

I creatori e i sostenitori dell’iniziativa sono esperti di comunicazione e social, e professori universitari di linguistica e media relations. I fondatori sono ben consapevoli di aver pensato in grande e che il loro obiettivo non è facile da raggiungere, ma questo non li ha fermati. Il loro lavoro di propaganda è iniziato il 17 e 18 febbraio 2017, a Trieste. Durante il primo incontro sono intervenuti ospiti come la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e la Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Debora Serrachiani, mentre Gianni Morandi si è occupato di presentare il “Manifesto della comunicazione non ostile”, una carta che raccoglie dieci princìpi di stile, scritto a più mani dalla community, con l’obiettivo di combattere i linguaggi negativi che si propagano in rete. Durante la seconda giornata, a cui ha partecipato anche il direttore del tg La7 Enrico Mentana, la discussione si è divisa in nove tematiche diverse: social media e scritture; giornalismo e mass media; viaggi, sport e divertimento; politica e legge; business e advertising; in nome di Dio; giovani e digitale; bufale e algoritmi; bambini e social media.

Gli spettatori di questi incontri erano, per lo più, giornalisti, manager, politici e professori; ma l’iniziativa è rivolta, soprattutto, ai maggiori frequentatori di Internet: i ragazzi. Come far arrivare il messaggio fino a noi? Semplice! Parole O_Stili ha promosso un progetto educativo, “Condivido”, rivolto a genitori, docenti e giovani studenti della scuola primaria e secondaria. Sull’apposita piattaforma sono presenti tutte le informazioni su come connettersi in diretta streaming agli eventi che si tengono in diverse città italiane e, attraverso una Web App o canali social di Parole O_Stili, gli studenti potranno partecipare attivamente alle discussioni. Inoltre, sarà proprio la piattaforma a fornire il materiale necessario ad un dibattito interno.

Questo progetto è nato con il chiaro intento di farci crescere in un mondo digitale sano e positivo ma, per fare ciò, è necessario che ognuno di noi si ponga una domanda: “Siamo disposti a cambiare in meglio le nostre parole ostili?”

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