Sibilla Aleramo e il primo romanzo femminista in Italia

Di Martina Barba , Mariapia Castellano, Anna Carmela De Riso, Celeste Di Fiore, Anna Esposito, Marta Esposito, , Rffaella Ungaro (V G)

L’idea di realizzare un poster su una delle più famose letterate del ‘900, Sibilla Aleramo, è nata da un percorso di studio sulla condizione femminile degli ultimi centocinquant’anni.

La scrittrice visse in un periodo storico, la prima metà del Novecento, in cui al genere femminile non erano riconosciuti gli stessi diritti degli uomini, ed era anzi sottovalutata dal sesso opposto. Un’epoca in cui la donna aveva come unico compito quello di prendersi cura della famiglia, non possedeva la libertà di fare in modo che si avverassero i propri sogni e di nutrire le proprie passioni.

 Dopo la morte di Sibilla Aleramo, il noto scrittore Eugenio Montale la descrisse come “una donna canuta, nobile nel portamento e nello sguardo, priva di invidie”, una donna che, per assecondare le proprie scelte, aveva abbandonato la vita che i familiari le avevano costretto a seguire, sacrificando persino il rapporto con il figlio, che pure amava molto. Ebbe coraggio anche nell’incorrere nelle critiche della società. Fece questa scelta per non seguire l’esempio di sua madre, che aveva dedicato interamente la sua vita alla famiglia. Sibilla, che era stata portata all’altare in seguito ad uno stupro, dal quale nacque suo figlio, rinunciò a quell’uomo ottuso e pavido per salvare se stessa ed essere una persona libera. Ormai archiviata la vita di madre e moglie, diventò sostenitrice dell’Unione Femminile Nazionale e, dopo aver letto Casa di Bambole di Erik Ibsen, scrisse una sorta di romanzo autobiografico atto a denunciare, omettendo nomi di personaggi reali, le condizioni delle donne e soprattutto la sua vera situazione. Il romanzo fu definito il primo libro femminista in Italia e fu intitolato Una Donna, dedicato a suo figlio. Nel corso della sua vita, intraprese anche molte altre relazioni amorose, finite tutte in malo modo perché l’amore per lei non esisteva e ciò le tolse comunque la voglia di scrivere e pubblicare altro.