Sulle orme di Impastato per fare la differenza

di Marianna Rosa (VS)

Il 29 Maggio 2023, la classe 5 sez.S dell’I.T.S. “Luigi Sturzo” di Castellammare di Stabia, insieme ad una rappresentanza di altre 16 scuole del territorio, ha partecipato al convegno “Ancora cento passi” per ricordare Peppino Impastato, morto per mano della mafia, perché amava la verità e odiava l’omertà, la paura e la rassegnazione. 
L’incontro, promosso dall’Associazione Nazionale Magistrati – sez. di Torre Annunziata-, si è svolto presso l’auditorium del Liceo Scientifico Statale “Francesco Severi” di Castellammare di Stabia.
Tutti gli studenti intervenuti hanno dato il loro contributo presentando i propri lavori e la 5S, guidata dalla D.S. Cinzia Toricco e dai Professori Rossella Russo e Domenico De Falco, è stata rappresentata dallo studente Giuseppe Lionetti che ha portato sul palco le sue riflessioni: dovremmo prendere esempio da Peppino, con coraggio denunciare, senza mai dimenticare che solo la conoscenza può portare luce e cambiamento. 
Le sue parole sembrano quasi anticipare quelle di Giovanni Impastato, fratello della vittima, il quale rivela a tutti i presenti che sua madre gli ripeteva sempre che la mafia non si sconfigge con le pistole ma con la cultura. Significativo e toccante, per noi studenti, l’incontro con lui. 
La Dottoressa Andreana Ambrosino, Presidente dell’ANM, ha raccontato la storia del giovane Peppino, da lei definito “pioniere” delle azioni manifestanti e della diffusione della consapevolezza sociale e culturale nei giovani. Per lei Peppino è morto due volte: la prima per mano della mafia e la seconda quando volevano farlo passare per un suicida o, peggio ancora, un terrorista. La verità ha il colore di una pietra rossa, la stessa che ha colpito Peppino e che è intrisa di dolore e bugie, gli stessi che hanno caratterizzato le lunghe e laboriose indagini svolte.
Il Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, ha invitato tutti a smettere di coltivare la cultura dell’indifferenza, ribadendo che il vero eroismo è nelle azioni quotidiane. 
E poi l’intervento di Franca Imbergamo, Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, che all’epoca si occupò del caso: emozionante il suo ricordo di Felicia Impastato, madre della vittima, che, desiderosa di verità e giustizia, sostenne lo sguardo del boss Badalamenti collegato in videoconferenza e, senza esitazione, gli disse “Tu hai ucciso mio figlio”. E a noi presenti, proprio come successe allora a lei, sono tremate le gambe. 
Interessante questo scambio di emozioni ed opinioni su un tema importante quale quello della lotta alla mafia e, ancora di più, importante la sinergia venutasi a creare tra le istituzioni e i giovani. La strada, probabilmente, sarà ancora lunga ma sicuramente è quella giusta. Come diceva Peppino, “si deve contare e camminare” per accorciare tutte le distanze che ci separano dal mondo e dagli altri. Bisogna percorrere 100 passi per ritrovare un’umanità sotterrata dall’indifferenza e ancora altri 100 per combattere e ribellarsi, per scovare una verità che, seppur scomoda, è libertà.
E allora, cosa dobbiamo fare noi giovani? Imparare a pensare, essere critici, propositivi e costruttivi; essere cittadini consapevoli e partecipi della società che viviamo e prendere esempio da Peppino, perché “Peppino non è solo mio, è di tutti, sembra conoscere tutte le ingiustizie del mondo, lo attrae chiunque e si espone per migliorare le cose, ha accorciato le distanze dal mondo cercando la verità, che va detta contro tutti e tutto” (cit. Felicia Impastato).