Quelle barriere che dobbiamo ancora abbattere

di Salvatore Cuomo*

                                        Firenze, 02 Aprile 2023

Era alto, poco più di quindici enormi centimetri. Come se non bastasse, freddo, perché rivestito di ferro: chissà perché! Una barriera insormontabile per tutti noi, dopo una lunga battaglia d’inclusione per vivere insieme questo viaggio della scuola. Si parla in altri contesti di rompere “il tetto di cristallo”: per noi era stato lo scioglimento di un iceberg, grazie alla tenacia e alla caparbietà dei genitori, della DS e dei docenti della 3 R. Eppure era lì, durissimo e insormontabile, ci aspettava con la sfacciataggine dei prepotenti e degli indifferenti. Sarebbe bastata una piccola rampa per superarlo, quella che appiana ogni difficoltà, che abbatte l’ignoranza e i pregiudizi e ci consente di capire che P. e C. sono come noi, per noi, oltre noi.

Questi ragazzi ci avevano già insegnato una nuova dimensione temporale, quella che consente di guardarsi intorno e di guardarsi dentro. Mentre una folla spensierata e atletica rallegrava le vie di Firenze durante la prima domenica di Aprile, la Domenica delle Palme, noi guadagnavamo metro dopo metro le nostre tappe, misurando i nastri di delimitazione della maratona e i punti di facile accesso ai marciapiedi.

La delicatezza dell’oste, dopo tre ore di cammino, non poteva alleviare la nostra indignazione. Saremmo rimasti all’aperto ed in loro compagnia ma neanche questo era possibile. Ci sentivamo delusi e adrenalinici, pronti ai picchetti e alle bandiere ma tristemente consapevoli che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Ma questa solitudine non è per noi! Evoca reminiscenze scolastiche sulla lotta alle discriminazioni, se non alla cultura dello scarto. Una persona che viene al mondo non appartiene solo alla sua famiglia: viene al mondo e basta! Appartiene al mondo della famiglia, della scuola, delle associazioni, dell’arte, del sapere! E chi può tracciare un bilancio per una vita secondo una logica ragioneristica di perdita o profitto?

Eppure, la “paura” dell’uomo individualista, distratto, frettoloso e grossolano ci assale e smuove la nostra volontà. P. e C. entreranno di peso perché è giusto ed il loro sorriso ci ripaga fino al prossimo inutile ostacolo. E non sarà né questo né un altro ostacolo a limitare la nostra voglia di vita.

*docente di Geografia