Il futuro è investire in bellezza

Le riflessioni degli studenti a conclusione del Pon “Il bene culturale come bene economico”

Gli alunni partecipanti

Si è appena concluso il Modulo Pon “ Il bene
culturale come bene economico” svolto dalla
professoressa Rossana Capuano e dal professore Salvatore Cuomo.
Il corso è stato articolato in lezioni in aula e visite
guidate, durante le quali abbiamo avuto modo di
verificare lo stato di conservazione dei beni
culturali della nostra città e di fare proposte di
valorizzazione. Il percorso è stato davvero
affascinante ed è stato importante per noi
riflettere sull’importanza della fruizione del nostro
patrimonio culturale. Abbiamo visitato il centro
storico stabiese, quello sorrentino, le ville d’otium
di Stabiae, la Reggia di Quisisana dove siamo stati
accolti e guidati dalla direttrice del Museo Libero
D’Orsi , dott. ssa Maria Rispoli.
Siamo rimasti colpiti dalla straordinaria varietà di
opere d’arte presenti sul nostro territorio, una
bellezza talvolta dimenticata, poco curata,
abbandonata. Durante le visite guidate ci siamo
soffermati a notare quanto in realtà i nostri beni
culturali non vengano pienamente valorizzati né
pubblicizzati e nel nostro prodotto finale, un diario
di viaggio, abbiamo riportato una serie di proposte

di valorizzazione che potrebbero essere realizzate.
La conoscenza del territorio deve riguardare ogni
cittadino, ogni studente, perché solo in questo
modo potremmo amare la nostra terra .
Abbiamo passeggiato tra le strade del centro
storico e con dispiacere abbiamo notato l’incuria e
l’abbandono in cui versano strade e palazzi, un
tempo cuore pulsante della Castellammare antica. Il
nostro auspicio è che vengano restaurati gli stemmi
nobiliari, gli androni dei palazzi, molti dei quali
decorati con fregi che raccontano un passato
glorioso, che vengano aperte le botteghe artigianali.
La Cassarmonica ci ha fatto immaginare orchestrine
che suonavano e donne e uomini elegantemente
abbigliati che passeggiavano nella Castellammare
della Belle Epoque.
La Reggia di Quisisana ci ha ricordato i fasti del
periodo angioino fino a quello borbonico mentre le
ville d’otium con i lussuosi ambienti interni
impreziositi da straordinari affreschi testimoniano
quanto la nostra città fosse stata cara e gradita ad
importanti personaggi romani che la scelsero come
luogo di villeggiatura per la salubrità dell’aria e
l’amenità del paesaggio.

Alla fine del corso possiamo dire che
Castellammare ha avuto alterne vicende ma che ha
sempre avuto la forza di rinascere e testimoniare
le sue risorse nei secoli. Il futuro, allora, è
investire nella bellezza, nell’arte, nei talenti di
questa splendida città .