I racconti degli alunni / Le ultime parole che ho sentito

di Rachele Valanzano (I C)

E anche oggi sono sola in casa, ho appena finito di fare i compiti e sto per andare a suonare il pianoforte quando all’improvviso, la porta. 

Sapevo chi fosse, un po’ speravo anche che fosse lui, dopo 5 minuti sento nuovamente bussare, guardo dallo spioncino e infatti era lui… Michael, con la sua felpa bianca e i suoi occhiali da sole, non ho mai capito perché li indossi, è una delle tante cose di lui che io non ho mai capito. Mentre nella mia testa penso cosa ci faccia di nuovo qui, lui bussa di nuovo; a primo impatto sono felice ma non voglio farglielo notare, così sistemo sistemo i miei capelli tutti arruffati cercando di risultare più carina possibile, apro la porta ed eccolo…con il suo sorriso a 32 denti e capelli ben curati con quel pizzico di cera che rendono i capelli ancora più affascinanti, toglie gli occhiali e si vedono i suoi bellissimi occhi verdi. In mano ha delle rose, è il suo modo per farsi perdonare, non ho mai resistito cascandoci sempre. “Che dici mi fai entrare o rimango fuori un’altra mezz’oretta? Sai… fa giusto un po’ di freddo qui fuori”.

Dice con quel sorriso che io amo. Spalanco il braccio verso il corridoio per farlo entrare, mentre non dico una parola, lui mi passa avanti ed io colgo l’occasione per guardarlo da testa a piedi. Entra in cucina e mi dice con tono divertito: “Ma questi libri sul tavolo? Wow Rose, primo anno di superiori e già studi così tanto?” dice con tono divertito per sfottermi,” almeno non faccio la tua fine, non verrò bocciata 2 volte!” Dico con tono arrabbiato e allo stesso momento deciso sistemando i libri in un angolino. “Cosa ci fai di nuovo qui? Cosa vuoi ancora da me? Hai esplicitamente detto che non ti interesso, che non mi vuoi… adesso non ti impedisco nulla, sei libero di fare ciò che vuoi ma almeno esci fuori dalla mia vita e non cercarmi più”, dico in modo esasperato, con le lacrime agli occhi. Si avvicina, tra noi due sono pochi i centimetri che ci dividono, con la sua mano afferra il mio polso e con l’altra mi asciuga le lacrime, stringe la mano ancora più forte “non fare la bambina, non puoi essere arrabbiata per questo motivo, io ti ho amato e ti amo” dice. “E Ariel? Che mi dici di Ariel… no no anzi, non dirmi niente, voglio solo che te ne vai” gli dico guardandolo fisso negli occhi, lui mi prende anche l’altro polso così cerco di spingerlo con tutta la mia forza ma lui essendo molto forte si muove solo di mezzo centimetro, così faccio io qualche passo indietro per allontanarmi, “se io amo una persona non esco con un altro ragazzo, ma soprattutto Michael, soprattutto non lo tratto male… e adesso davvero, vattene, non voglio più vederti!” Esclamo. “ Non vuoi vedermi? Mi sembra complicato visto che siamo nella stessa scuola… Ma ok, fai come vuoi…” sono le sue ultime parole. La sveglia suona e continua a farlo per almeno dieci minuti dopodiché decido di alzarmi e fare colazione. Mentre sono seduta a mangiare il toast sento il suono della notifica del telefono, decido di andare a vedere: “[7:20]: Michael <3”: “Ma buongiorno! Sempre la solita dormigliona eh? Passo alle 7:40  a prenderti… non fare tardi, dobbiamo parlare”, mi limito ad un semplice “ok”, sapevo che se dicessi no, lo ritroverei comunque sotto casa, ma arrabbiato. Alzo gli occhi al cielo e vado a buttare il mio toast, mi preparo il più velocemente possibile. Sono pronta… apro la porta di casa ed eccolo lì, seduto sul suo motorino, con in mano il mio casco nero. Mi avvicino e senza dirmi una parola mi porge il casco. Bellissimo come sempre, lo guardo da uno dei due specchietti senza farmi notare e mi accorgo che sorride. “Dormito bene principessa?” Urla per cercare di farsi sentire. “Non è il momento di fare i simpatici! Cosa vuoi da me? Ti ho detto che non voglio più vederti!” dico con tono quasi disperato, lui accelera in un modo che quasi mi spaventa, cambia espressione del viso e dice: “ Zitta, io ti amo e ti voglio con me per sempre.” “ Io no, io ti odio”, dopo queste mie parole lui accelera ancora di più . “Io ti amo, morirei per te” ripete, “ Risparmiami queste parole inutili, non hanno più effetto su di me, lasciami pure qui! Vado a piedi!” Lui accelera ancor di più. “Stai andando troppo veloce! Frena!” Mi aggrappo ai suoi fianchi e chiudo gli occhi…  ”Ambulanza! Chiamate l’ambulanza!” Sono state le ultime parole che ho sentito.